mercoledì 28 marzo 2012

Make me happy if you want to stay alive



Questo hyper-boa è una classica sciarpa a spirale realizzata con l'impiego di soli tre punti: la catenella, la maglia bassa e la maglia alta fantasia. E la fantasia, naturalmente. Misura oltre due metri, è stato un lavoro lungo ma semplicissimo, secondo la mia filosofia ch'è meglio non complicarsi la vita. Il filato è puro acrilico al 100%: nessuna pecora è stata disturbata per il mio capriccio.

sabato 10 marzo 2012

Work in progress


Lo tengo sulla poltrona, quando mi ci siedo infilo qualche punto, prima o poi me lo ritroverò al collo.

giovedì 8 marzo 2012

L'essenziale, rivelato

Nei giorni scorsi ho avuto la fortunata occasione di leggere un libretto, attraverso le "note" dell'omonima pagina di Facebook: "Gloria Polo: libretto Dall'illusione alla verità". Si tratta della trascrizione della testimonianza di una donna, medico, mamma ed essere umano per molti aspetti "comune" (al quale possiamo sentirci simili) che, in seguito ad un incidente quasi mortale, si è ritrovata alle soglie dell'aldilà, sul quale tutti c'interroghiamo (esso è il dilemma al fondo di ogni vita, l'Essere o non essere tenace compagno del subconscio, il pensiero dietro i pensieri).
In prossimità della morte, sappiamo che si vivono delle sensazioni come: l'uscita dal corpo, volteggiare sopra di esso, la fine di ogni dolore fisico, la visione del tunnel, della luce in fondo ad esso, il senso di pace, l'incontro con i parenti defunti, la visione di un luogo bellissimo (solitamente un giardino) e l'incontro con un essere di luce. Oltre a ciò, vi può essere la visione della propria vita (non solo dal proprio punto di vista, come accade sulla terra, ma dai molteplici punti di vista delle persone con cui siamo venuti a contatto) e della rete di cause ed effetti delle proprie azioni. Quest'ultimo elemento, ovvero l'analisi della propria vita e della propria anima al cospetto di Gesù, è l'esperienza più forte e centrale del libretto.
Tutti gli incerti, gl'ipocriti, i depressi, potranno essere guariti dalla sua lettura. Intendo intellettualmente guariti: io soffro di depressione e continuo a prendere il mio fedele antidepressivo, senza il quale il mio cervello non sarebbe neppure in grado di recepire il messaggio del libretto!
Non pensiate che sia noioso leggerlo, tutt'altro: rassomiglia ad un racconto fantasy, un romanzo psicologico e, perchè no, una storia d'amore (tra l'anima e Gesù). Dopo averlo letto, probabilmente non v'importerà più molto di ciò a cui con le unghie e con i denti eravate disperatamente attaccati prima. Sapete quei maestri santoni orientali new age che vi dicono di "lasciar andare"?...Gesù non ha bisogno di dirvelo: lo farete spontaneamente, ascoltando la sua voce. Anche i demoni si prostrano innanzi a lui. Amen!

giovedì 1 marzo 2012

Come mi tratti la pecora

Mi piace questo blog perché è un angolo nascosto: è on-line, quindi potenzialmente visibile a tutti, ma praticamente visto da pochissimi. Ho sempre fatto così: non appena mi sono sentita troppo osservata, mi sono sottratta agli sguardi. Poi sono sempre ricomparsa: per pochi, sempre di meno. Anche nella vita, chi m'insegue mi perde, perché facilmente commette degli sbagli che stimolano la mia naturale ritrosia, il mio istinto di auto-protezione. Credo anche di amare la potenzialità delle cose, più che la loro realizzazione.

Ora veniamo al titolo del post.
Da tempo lo sospettavo, ma un conto è sospettarlo, altre averne la cruda certezza: indossare un golfino di lana è quasi più criminoso che indossare un visone. E ciò per la pochezza d'animo degli allevatori, che maltrattano le pecore, soprattutto - ma non solo - le famose merinos, che donano un filato corposo, resistente, pratico, caldo. Avendo appreso, tramite articoli e foto, le crudeltà - alcune delle quali gratuite ed evitabili - cui vengono sottoposte, ho deciso di rinunciare alla lana ed optare per l'acrilico, il cotone ed altri filati di origine non animale. Che magari vengono prodotti con sistemi inquinanti, ma almeno non sono direttamente macchiati di sangue. Del sangue delle mie sorelle, simili a me non solo per insignificanza e mitezza, ma anche per intelligenza. Sì, le pecore sono intelligenti ed evolverebbero ulteriormente nel giro di poche generazioni allo stato naturale, ovvero se gli allevatori non provvedessero ad eliminare gli esemplari più intelligenti, che insegnano alle compagne di gregge ad aprire i recinti.

La mucca ci dona il latte.
La gallina ci dona le uova.
E meno male che, per colmo d'ipocrisia, non ci facevano scrivere Il maiale ci dona il prosciutto. Ma i doni bisogna anche saperseli meritare.

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