lunedì 16 gennaio 2012

L'uncinetto

Lavori femminili? Uhm, il solo nome mi faceva storcere il naso. Quant'era meglio leggere un buon libro anziché imbracciare i ferri, prendere ago e filo, impugnare un uncinetto...già, l'uncinetto! Mia nonna non era riuscita ad insegnarmi altro che la catenella, e ciò era accaduto quando avevo sei o sette anni... Ma un giorno vidi su internet (la nostra Biblioteca od Universo) dei cappelli. Colorati, di tanti colori tutti assieme; di lana grossa, che facevano venir voglia di toccarli e indossarli; si vedeva, dal tormentoso intrecciarsi dei filati, ch'erano rigorosamente fatti a mano, spesso con passaggi e ri-passaggi di punti, che risultavano sovrapposti, fusi tra loro, insomma un tutt'uno che prima non esisteva. Sembravano cappelli peruviani, ma in realtà nessun cappello etnico è così; sembravano, alcuni, cloche anni 20 o 30, ma in realtà, in quegli anni, non era mai stato fabbricato nessun cappello così; sembravano anche provenire dallo spazio, dal futuro, da una pancia, da una mente... Erano sputi d'anima. Coaguli. Embrioni di pensiero esplosi come pop-corn all'incontrarsi con la materia. Quei cappelli erano fatti all'uncinetto. Così, mi dissi, DEVO imparare a usare l'uncinetto.

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