Ogni notte sogno l'impossibilità di vedere
quella persona. So ch'è giusto non vederla, perché non è giusto obbligare qualcuno a farsi vedere. Ma sento contemporaneamente ch'è incompatibile con la vita, non vederla. E allora sogno la morte, fra urla e pianto che mi asciuga completamente. Non so perché, sarà la primavera, ma su entrambi i miei profili facebook stanno arrivando richieste di amicizia a pioggia. Io cerco di accettarle tutte. Perlopiù si tratta di uomini, di ogni età, etnia e nazionalità. Parecchi sui cinquant'anni e della mia stessa città. Gli arabi, telefonano subito, non appena accetto loro la richiesta. Indiani, neri, sono anche carini, ma che dovrei dire loro per telefono? Lo lascio squillare ad esaurimento. Poi ci sono gl'impazienti, spesso palermitani: "V
ediamoci". "Che amicizia è, neanche un ciao?..."Io non la tolgo a nessuno, una volta data. L'amicizia. Gl'insistenti: "Buongiorno, buon pranzo, buonasera,
vediamoci". I pellegrini: "Sono sotto casa tua,
vediamoci". Io non mi faccio vedere perché sono brutta. La gente che ne sa? Io, invece, so. Conosco gli uomini: vogliono donne facili, almeno un bacio al primo appuntamento, palpate e rapporto completo al secondo. Quando magari non sanno neanche scrivere correttamente e non possono essere nessuno per me. Dovrei rassegnarmi ad essere un corpo, un'illusione? Per il bene di chi? Per vivere? Preferisco vivere nascosta, nell'impossibilità di vedere
quella persona, la
mia persona, che avevo scelto con cura per poterci vivere emozioni altissime, di quelle che danno senso a una vita, e andarci d'accordo da qui all'eternità.
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